EPISODIO 4: LA SERATA DI CAPODANNO
Capodanno. Una parola che solo a pensarla fa venire sudori freddi e attacchi di panico, oppure euforia e voglia di festa, a seconda del partito di appartenenza. Perché le cene col capo, gli aperitivi con gli amici e i pranzi con i parenti non sono niente in confronto all’ultimo giorno dell’anno.
Già, perché per la sera del 31 dicembre non esistono mezze misure: o la si ama o la si odia. Chi lo ama fa parte del partito del fare: inizia a parlarne a ferragosto (se va bene), ha mille idee, nuovi amici da coinvolgere e per i successivi mesi non avrà altro argomento. Tutto questo per la felicità di chi lo odia, che si è visto rovinare una bellissima giornata in spiaggia il 15 agosto con uno spaventoso “cosa facciamo a Capodanno?”.
Tralasciamo tutte le discussioni sulla scelta di location, invitati e chat di gruppo su WhatsApp che possono rovinare amicizie decennali, e arriviamo direttamente alla questione più importante: il bere, naturalmente. La scelta è impegnativa perché bisogna mettere d’accordo diverse anime, ma mettiamo che quest’anno il gruppo sia abbastanza allineato: ci saranno due fronti, spirits e vino, per mettere tutti d’accordo.
Gin, Rum e Mezcal: sono loro i prescelti per la serata. In ogni compagnia c’è qualcuno che con i cocktail ci sa fare, ammirato da tutti ma mai abbastanza preso sul serio: d’altronde per il Gin Tonic un distillato vale l’altro, così come la tonica, e il ghiaccio per carità, serve solo ad annacquare il drink che deve essere nelle proporzioni opposte alla ricetta, quindi ¾ Gin e ¼ acqua tonica. In una situazione come questa il povero barman vive il suo dramma personale: ha cercato con cura le materie prime e non vuole vederle rovinate, anzi è pronto a stupire tutti a suon di Scapegrace Black, un Gin sorprendente a partire dal colore. Per il Rum si va sul Chairman’s Reserve Spiced, perfetto per un cocktail in salsa Tiki, mentre per il Mezcal una chicca come il Lagrimas de Dolores stupirà tutti.
Parlando invece di vini torna il nostro eroe del pranzo di Natale, l’appassionato, che dopo essere sopravvissuto al 25 è fiduciosamente pronto a rifarsi. Anche lui ha scelto con cura le bollicine per la serata. È molto orgoglioso della selezione, che vede protagonisti lo Champagne Ayala Brut Majeur in Magnum, perfetto per la mezzanotte, il Trentodoc Brut di Letrari per la cena e il Prosecco Rustico di Nino Franco per l’aperitivo. La sua serenità dura giusto il tempo dell’antipasto: sentendo gli amici confondere Prosecco e Champagne inizia a capire l’andazzo. La situazione è destinata solo a peggiorare, ma per evitare di arrabbiarsi inizia a bere come se non ci fosse un domani, così non si accorge di niente.
Tra una bevuta e l’altra arriva la mezzanotte, conto alla rovescia, tutti felici (tutti, ma proprio tutti). Un altro anno è passato, i buoni propositi sono stati espressi, la fiducia per un nuovo inizio non ha mai toccato apici così alti. Capodanno è andato: ci risentiamo a Ferragosto.